Bengi Benati e l’Italia che unisce cucina e musica a colpi di swing

Mettere in piedi un progetto live artistico in cui la buona musica e il buon cibo Made in Italy si incontrino in una combinazione esplosiva, certo non è facile. Tuttavia, ci è riuscito e bene lo staff che sta dietro a The Swing Cooking Show, band di sei elementi (soprannominati “swingredienti”) che suona dal vivo brani originali e cover in stile swing mentre, al lavoro dietro ai fornelli, lo chef di turno svela i propri segreti al maestro di cerimonie Bengi Benati pronto a interagire col pubblico. “Lo show si presta dal ristorante con piccolo palco fino agli eventi di piazza e diventa corale perché oltre allo chef e ai musicisti, anche il pubblico è coinvolto negli assaggi, nei giudizi o nei consigli sulla preparazione dei piatti”, racconta il leader dei Ridillo. “Metti sulla tavola gli ingredienti e pensi a come cucinarli nello stesso modo come un arrangiatore ha a disposizione i musicisti per farli interagire con generi diversi, anche sperimentando nuove sonorità e nuove cotture”.

Puro intrattenimento e volontà di mettere in primo piano valori che ci appartengono. Come il cibo made in Italy: i modi di prepararlo o inventarlo, i gesti e gli antichi saperi, al cultura, le tradizioni del territorio. La complicità dello chef, che illustra di volta in volta i suoi piatti, moderni o annidati nel passato, e fortemente di espressione italiana, è il fiore all’occhiello tricolore che parte dal territorio.

Lo spettatore si trova a proprio agio su questo terreno di gioco”, aggiunge Bengi. “Si lascia prendere perché rivede in un attimo scorrere nella memoria i piatti del cuore o le merende della nonna, e spesso rilancia suggerendo un ingrediente diverso o una cottura alternativa. Perché si sa che in Italia ogni famiglia è da sempre custode di ricette proprie e piccoli segreti che si tramandano di generazione in generazione”. In un epoca in cui lo show cooking è un vero e proprio universo, oltre che un genere televisivo, ci si immagina un set allestito come una cucina: tovaglie a quadretti che fanno tanto Little Italy, sullo sfondo lo swing anni ’50 tra Carosone, Louis Prima, Buscaglione e Ray Gelato. I classici del pop italiano riproposti in chiave musicale e all’insegna della leggerezza. La complicità con il pubblico è una cosa poi che, aggiunta, farebbe impazzire non solo gli italiani ma anche gli stranieri. Ecco perché The Swing Cooking Show è un’idea perfetta per l’asporto e l’esportazione. “Più show che un concerto: si soffrigge bella musica e si suonano buoni piatti”, rincara Bengi.

Daniele Bengi Benati al microfono, Claudio Zanoni alla tromba, Luigi Storchi al sax e al flauto, Giulio Vetrone alla chitarra, Emiliano Paterlini al pianoforte e Enrico Torreggiani alla batteria. E la squadra responsabile della ristorazione definita in base alle location. Bengi ha incominciato a cucinare da studente a Milano quando frequentava il triennio dell’Istituto Europeo di Design. In generale, gli vengono bene i risotti nostrani e anche nella versione wok fa la sua “porca figura”.

Ricordando così l’ingrediente più swing. “Direi che lo zenzero + diventato il… prezzemolo 2.0. E visto che ha ottime proprietà, ben venga anche la moda di usarlo ovunque”. Bengi aveva scritto “Mangio Amore” per i Ridillo. “Per me il legame è da sempre molto forte, poi da quando nelle feste della birra si è passati a dare più importanza al cibo che ai gruppi che suonano nella rassegna ho capito che dovevo trovare un nuovo show che legasse i due mondi; così è nato lo Swing Cooking Show, musicisti e chef sullo stesso palco. Il nostro spettacolo è sicuramente vincente, travolge il pubblico con la buona musica e il buon cibo italiano conosciuto in tutto il mondo”.

Essere del Reggiano avvantaggia Bengi e il suo staff sul versante culinario. Abbiamo la fortuna che ogni 10 chilometri in Italia si hanno sapori nuovi e metodi di cucinare gli ingredienti in modo diverso. Le mie origine sono mantovane e vivo in provincia di Reggio Emilia. Sono pronto sempre a fare nuove esperienze sia in campo musicale e in campo di assaggi per tutta l’Italia. Il lavoro di musicista in giro ha anche questo vantaggio, ogni organizzatore vuole farti sentire le proprie specialità locali quando arrivi. Non mi sento di dover difendere una zona in particolare se non l’Italia intera con tutte le sue diversità”.

www.swingcookingshow.it