Tre famosi club, Power Plant, Playhouse e Warehouse, spingono a danzare sulle note delle loro creazioni. Knuckles, classe ‘55, di New York, battezzato “The Godfather Of Sound” (il Padrino della house), dopo aver frequentato la Dwyer School Of Art nel bel mezzo del Bronx, e la scuola F.I.T. a Manhattan, nei primi anni settanta decide di fare il deejay andando a guadagnare circa 50 dollari a serata.
Pochi, ma certamente molti se paragonati allo stipendio del padre, il quale non riesce a comprendere il motivo per cui il figlio, “suonando semplicemente dei dischi in un locale da ballo, possa guadagnare in questo modo”. Il suo primo locale è il Continental Bath. Knuckles, con Larry Levan e l’amico Tee Scott (che lavorava al Better Days), poi, prima di approdare al Warehouse, lavora al Le Pub e al The Bistrot, visto che in quest’ultimo i proprietari decidono di sostituire il juke-box con un disc jockey in carne ed ossa.
Tutto il movimento viene supportato dall’emittente radiofonica WBMX che, al proprio fallimento, fa cessare la diffusione di house nell’etere. Ma è il Warehouse a fare la differenza e, secondo alcuni, a costringere gli addetti ai lavori a battezzare con il nome di house tutta la discomusic più innovativa. A New York, Tony Humphries fa la medesima cosa, ma si avvale di un supporto in più, l’emittente Kiss Fm, pronta ad irradiare via etere, ‘night and day’, cioè giorno e notte, il suo show-mixing.
Tony inizia la collaborazione con il quotidiano New York Daily, diventa l’ideale spalla di artisti che in seguito entreranno nel jet-set della house e suona allo Zanzibar Club di Newark, nel New Jersey, fondato nell’82.