La vediamo spesso impegnata anche in diversi ambiti e argomenti di cronaca, oltre che nel campo dei motori e dell’economia. Incontro con una delle giornaliste più preparate e versatili oggi in circolazione
Carlotta Adreani (Roma, 10 luglio 1987), giornalista professionista dal 2011, lavora dal 2008 al Tg5, dove attualmente è vice caposervizio della redazione economica e dal 2016 conduce la rubrica Motori in onda tutti i giovedì.
Come è entrata nel mondo del giornalismo dei motori e quali sono stati i momenti più significativi della sua carriera in questo settore?
“Ho sempre amato i motori, fin da piccola. Al posto delle bambole giocavo con le macchinine, avevo un modellino della F40 che portavo sempre con me e che possiedo ancora oggi. Come giornalista scrivo da sempre di economia, l’altra mia grande passione, e per il Tg5 ho sempre seguito tutti i grandi saloni dell’auto raccontando le novità in arrivo sul mercato con uno sguardo verso il futuro e le nuove tecnologie, un comparto trainante per la crescita del nostro paese che mi ha sempre affascinato molto. Poi, nel 2016, il mio direttore, Clemente Mimun, ha deciso di far nascere una rubrica motori all’interno del Tg5 e mi ha affidato la conduzione. Quello è stato forse il momento più significativo della mia carriera perchéha segnato l’inizio del mio percorso professionale nel mondo dei motori, un percorso fatto di studi e di grande soddisfazione”.
Quali sono i principali cambiamenti che ha notato nel mondo dell’automotive nel corso degli anni, e come influiscono sulle nostre vite quotidiane?
“Il mondo dei motori sta affrontando la fase di cambiamento più importante della sua storia. Il passaggio all’elettrico e le nuove tecnologie stanno cambiando il nostro modo di guidare le auto e anche di raccontarle. Oggi sono i dispositivi tecnologici a dominare negli articoli, intelligenza artificiale, connettività. Le auto assomigliano sempre più agli smartphone e spesso sono quelle le dotazioni a interessare di più chi legge o ascolta e a fare la differenza quando si deve scegliere una vettura da comprare”.
Come riesce a conciliare la sua passione per i motori con la necessità di comunicare in modo accessibile a un vasto pubblico come quello del Tg5?
“A mio parere la nostra forza, la forza del Tg5, sta nel modo di comunicare. Utilizziamo un linguaggio semplice per poter arrivare non solo agli esperti di auto o di economia ma a tutti, anche a chi pur non conoscendo la differenza tra una biella e un pistone la macchina la guida tutti i giorni e ne apprezza i vantaggi. Parlare come parleresti alla vicina di casa, ai tuoi nonni, è questo il nostro mantra, farsi comprendere da tutti utilizzando uno stile e un linguaggio pulito. diretto, privo di fronzoli e tecnicismi”.
Quali sono le tendenze più interessanti o innovative che ha osservato nel settore automobilistico recentemente, e quali potrebbero essere le implicazioni per il futuro?
“Il settore sta vivendo una vera e propria rivoluzione e devo ammettere che sono un po’ sono preoccupata. mi chiedo quando il nostro paese sarà pronto al passaggio all’elettrico perché siamo davvero in alto mare sul fronte delle infrastrutture e mi chiedo soprattutto quanto ci costerà la riconversione ecologica in termini di posti di lavoro”.
Come affronta le sfide e le critiche che possono emergere quando si parla di temi legati all’automotive, soprattutto in un’epoca in cui l’opinione pubblica può essere molto polarizzata?
“Le accetto e le apprezzo. Penso che siano uno stimolo per dare di più, per migliorare, non si finisce mai di imparare”.
Quali consigli darebbe a chiunque voglia avvicinarsi al mondo del giornalismo automobilistico o desiderasse migliorare le proprie capacità in questo campo?
“Studiare, studiare, studiare. E non solo in questo settore ma in tutti gli ambiti, soltanto le nostre conoscenze possono difenderci dalle critiche. E poi essere sempre umili, confrontarsi con i colleghi piu’ esperti, non aver paura di chiedere un consiglio”.
Quali altri argomenti o settori le interessano e su cui ha una competenza particolare? Come riesce a integrare queste passioni nella sua carriera giornalistica?
“Mi occupo prevalentemente di economia. Borse, grandi acquisizioni, documenti governativi. Un bagaglio di esperienza che mi aiuta ad analizzare il settore dell’auto da un punto di vista più ampio. Ma in passato ho scritto anche di cronaca nera. Diciamo che non era il settore che faceva per me e infatti appena ne ho avuto l’occasione sono passata alla redazione economica. Lì ho trovato la mia strada”.
Parla molto di vetture elettriche. Nel contesto dell’attuale dibattito sulla sostenibilità e sull’impatto ambientale, come vede l’evoluzione dell’industria automobilistica e quale ruolo crede che svolgerà nel futuro della mobilità?
“Adoro guidare le auto elettriche e senza dubbio saranno il futuro. Ma è ancora troppo presto per abbandonare i motori benzina e diesel che tra l’altro sono diventati sempre più efficienti. A mio parere, il bando alle auto elettriche dal 2035 deciso dalla commissione europea rischia di costarci molto in termini anche di posti di lavoro. E soprattutto questa sterzata sta cambiando le regole del gioco favorendo l’ingresso dei grandi gruppi cinesi che hanno già un forte mercato interno di veicoli elettrici e ora vogliono espandersi in Europa. Un’ascesa che potrebbe avere conseguenze preoccupanti. Spero si trovi il modo per tutelare i costruttori occidentali, anche perché in ballo c’è il futuro dell’industria europea dell’auto che vale 13 milioni di posti di lavoro e circa l’8% del Pil”.