È un classico martedì di febbraio, è sera, piove in città e siamo sui divanetti del privè al DeTune, un HI-FI CLUB figo.
Son le 22.39 e Federico Dragogna suona e intona “I Follow You” di Lykke Li a modo suo: ci piace!
Accanto a me è seduto Alessandro Merletti De Palo, regista di Amarena Pictures e non solo, se scorrete più giù capirete il perché…
Intanto mi introduce al vibe di questo noto club milanese e devo dire che ho apprezzato molto il palco piccolo subito a contatto con il pubblico perché da l’impressione che ogni artista ha un impatto diretto e chiaro con cosa vuole liberamente esprimere con una qualità del sistema di sound e di light design molto buona.
Se vi racconto come io e Alessandro ci siamo conosciuti vi mettete a ridere. Ve la faccio breve: questo tipo moro e ricciolo che si avvicina a me in una piccola conca di acqua splendidamente calda a QC Terme Prè-Saint-Didier in una tarda mattina di dicembre, i giorni di Sant’Ambrogio, con la cornice delle montagne addobbate di neve. Bellissimo!
Siamo entrati subito in feeling, abbiamo chiacchierato parecchio, le dita avvizzite dall’acqua ne erano la conferma, fin tanto che ci siamo scambiati i contatti con la promessa di sentirci e vederci al rientro nella city milanese davanti a qualcosa da bere ed… eccoci qui!
Ale, buonasera e grazie per aver accettato la mia proposta di intervistarti. Che ti va di raccontarmi? Presentati.
Ciao Nat, buonasera a te. Anzi, grazie a te per avermelo proposto. Allora, una volta ho chiesto a ChatGPT chi fossi e mi ha detto che “Alessandro Merletti De Palo è un regista e sceneggiatore italiano, noto per il suo lavoro nel cinema, documentari e spot pubblicitari. Co-fondatore della casa di produzione Amarena Pictures, con la quale ha realizzato progetti innovativi e creativi, come il documentario Why Me (2022), che esplora il tema dell’identità e del DNA attraverso un viaggio tra scienza e arte, in collaborazione con AIRC, Associazione Italiana Ricerca sul Cancro.
Merletti De Palo ha una formazione variegata, con studi in Economia a Roma Tre e approfondimenti su temi come la “Caring Economics’ e l’analisi organizzativa in istituzioni prestigiose come la Stanford e il Santa Fe Institute. Anche attivo nella ricerca scientifica sulla cooperazione umana attraverso I‘organizzazione Cooperacy.”
In realtà non sono mai stato a Stanford, ho fatto dei corsi sui sistemi complessi che consiglio a chiunque con il Santa Fe Institute e alla University of Michigan Ann Arbour. I sistemi complessi sono una branca della fisica con cui l’Italia ha preso un Nobel, approfondendoli li ho inseriti nelle mie teorie sulla Scienza della Cooperazione. Come vedi però l’AI ha inventato alcune cose, andiamo verso un mondo in cui realtà e fantasia giocheranno molto insieme…
Come è nata Amarena Pictures?
Amarena Pictures è nata come fantasia. Con Giovanni Caloro eravamo alle prime armi e avevamo bisogno di lavorare, ci inventammo questo brand altisonante, Amarena Pictures, senza avere neanche una società. Oggi è una realtà importante nel mondo delle produzioni pubblicitarie e come diceva ChatGPT ha all’attivo un documentario, Why Me, con Pietro Sermonti, Mara Maionchi e il premio Nobel Elizabeth Blackburn che è andato in onda ovunque: Amazon Prime, Sky, Discovery, Paramount+, Rai in prima serata dopo la commemorazione su Piero Angela. La fantasia incontra la scienza, nel documentario ho unito questi due aspetti della mia vita.
Che musica ascolti? Che canzone hai on repeat?
Ascolto musica molto eterogenea. Passo dall’overture Coriolano ad Au DD dei PNL o a Kano del trio Ivoire, da Noga Erez a le poesie di Garcia Lorca cantate dal gitano Macaron de La Isla, dalla ciaccona suonata su chitarra elettrica a Billie Eilish o all’elettronica di Murcof, da Ederlezi all’Ave Maria Sarda… alcune musiche hanno fatto parte di spettacoli del mio passato di danzatore afro e butoh… alcune, come i Nirvana, le ho suonate nell’orchestra dei Cento Cellos in concerto a Capodanno a Roma o a Dubai… per un mio video per l’artista Adele ho anche composto un pezzo di elettronica… la musica fa decisamente parte della mia fantasia e qualche giorno dell’anno anche della mia realtà.
Quanto pensi che influenzi l’arte nella quotidianità?
L’arte è rappresentazione, è simbolo della realtà, fa parte di ogni gesto quotidiano, ogni cosa che facciamo è una danza, se pensi alla stretta di mano di per sé è solo un gesto, ma è diventato simbolo di un’intesa e di un impegno. Non tutto il mondo annuisce allo stesso modo, così come la svastica è nata come un simbolo di pace e di luce. Luciano diceva nel suo trattato sulla danza un po’ come Battiato che tutto l’Universo danza e la danza che compie è amore. Ogni giorno c’è un meraviglioso concerto, una mostra d’arte infinita costituita anche dai più piccoli gesti che facciamo. Quello che ci sostiene però oltre all’emozione è anche la solidità dei metodi su cui si appoggia la nostra inventiva per trasformare la realtà in fantasia, e in questo c’è anche il metodo scientifico.
Come pensi di dare la tua vision/arte espressiva da regista? E come pensi che raccontando e dando il tuo punto di vista creativo riesci a influenzare le persone?
La regia è questo, non esisterebbe senza tecnica, se fosse fatta solo di arte. È un incontro tra emozione, vita reale, esperienze comuni quotidiane, arte fotografica, proporzioni, grammatica dello spazio e dall’altro lato hai metodo, tecnologia, conoscenza della luce e del suono a livello di fisica; l’altro giorno ho scoperto che a zero decibel, quindi a una pressione sonora bassissima, il nostro timpano riesce a rilevare impatti di movimento così piccoli da essere paragonabili alle dimensioni di un atomo. Anche persone di scienza non volevano crederci: a volte il metodo scientifico ci fa scoprire cose che vanno al di là della nostra stessa fantasia.
La regia è questo, con i danzatori del Teatro alla Scala di Milano abbiamo raccontato dentro Palazzo Arese Borromeo che Shahrazad, l’eroina delle Mille e Una Notte è stata in grado di convertire il cuore di un antico re, Shah Razad, protagonista letterario di efferati femminicidi. Ancora oggi cerchiamo di risolvere quel tema purtroppo così reale che da Le Mille e Una Notte ha attraversato la letteratura in tante opere, basti pensare a Desdemona nell’Otello o al film A Promising Young Woman.
La tecnica c’è anche nei racconti, nelle storie, sono equazioni diverse, fatte di episodi e di esperimenti affettivi che però hanno un effetto reale sulle nostre vite ed è per questo che continuiamo a raccontarci storie che, come l’arte, aiutano a rappresentare, a simbolizzare, a trasformare in equazioni semplici la nostra complessa e a volte incomprensibile esistenza.
Per questo l’artista o anche quel piccolo regista e autore che abbiamo in noi quando raccontiamo una storia del nostro quotidiano, come quello che abbiamo fatto il giorno precedente, è in grado con la sua simbolicità di essere una dimostrazione per l’altro a cui lo raccontiamo e di influenzare la sua vita. Così è per me: non voglio influenzare, voglio mettere a disposizione una conoscenza emotiva, una storia, che porto delicatamente nelle mani dello spettatore, poi sarà lei, loro o lui a decidere o meglio a sentire se quella storia risuoni con il suo cuore e sia utile nella sua vita.
Cosa ti ispira?
Mi ispira molto la bellezza sociale. I miei genitori erano architetti, lavoravano in cantiere, che è un po’ come un set, in cui invece di realizzare una bella storia realizzi una bella casa. Avere questi ruoli e fare le cose insieme che trovi in un set come in un cantiere è fonte di bellezza, perché gli esseri umani creano telai di interdipendenza, chi lavora alle luci, chi al suono, chi fa l’idraulico, chi il muratore… Per tornare alla musica l’umanità è un’orchestra di competenze ed è bello quando queste competenze si rispettano l’una l’altra e creano cose utili e belle. Le cattedrali come il Duomo di Milano sono opere d’arte collettive attraverso i secoli, se pensi a quanti conflitti ci sono nel mondo piccoli o grandi che siano, quando invece osservi un qualsiasi tempio od opera d’arte collettiva è davvero un miracolo mistico.
Oltre a fare il regista, che fai?
Oltre al regista, recentemente ho diretto gli ultimi miei video che sono a mio nome su YouTube, di cui uno si chiama Millennia e l’altro Hands, il primo è un video un po’ da millennial su quanto potremmo avere un mondo diverso se riuscissimo a essere coerenti con tutte le cose in cui crediamo e poi dimentichiamo. Hands è realizzato come dono per Medici Senza Frontiere e rappresenta l’incredibile capacità degli esseri umani di aiutarsi e darsi una mano nei momenti di più grande difficoltà. Il mio lavoro scientifico si focalizza proprio sulla bellezza sociale che viene generata quando diverse competenze si aiutano, quando la diversità viene coordinata. Abbiamo un modello basato su neuroscienze, genetica, game theory, linguistica e sistemi complessi che è in grado di misurare la diversità in diversi contesti e che può indicare come coordinare quell’energia; infatti, come in un set o un cantiere l’unione delle diverse mentalità e competenze è come un generatore di enorme energia che rischia di andare in corto circuito da un momento all’altro come ben sappiamo. Coordinando la diversità il potenziale di conflitto si trasforma in possibilità di sviluppo, la cooperazione emerge e possiamo goderci quella che mi piace chiamare la “bellezza sociale”.
Siamo alla fine di questa intervista. Io avrei finito le domande… grazie per avermi raccontato un pezzo del tuo mondo. E tu invece? Vorresti farmi tu una domanda?
A: La domanda che ho per te è semplice: ti va di raccontarmi l’ultima volta che sei stata bene e ti sei divertita con un tuo gruppo di amici?
N: Oh, molto semplice. La settimana scorsa, sabato sera, tutti a cena a casa mia: eravamo in 8 nel mio bilo e ho cucinato per tutti. Cibo, buon vino, musica giusta in sottofondo, risate, gioco del mimo finale. Le luci si son spente alle 2 di notte, forse addirittura alle 3, ma nessuno ci ha fatto caso al tempo. È volato e basta.
A: Che bellezza!
I link di Amarena Pictures e degli ultimi lavori di Alessandro li trovate qui: https://amarenapictures.com e https://www.youtube.com/@alessandromerlettidepalo
