Oltre il visibile – No al bullismo

dal Pirellone un grido collettivo contro l’indifferenza

Milano, 14 maggio 2025 – Non è stato un semplice evento, ma un appello forte, vibrante, autentico. Il grattacielo Pirelli – simbolo istituzionale di Milano – ha fatto da cornice a “Oltre il visibile – No al bullismo”, una giornata di riflessione, denuncia e speranza, dedicata a una delle piaghe più silenziose e devastanti del nostro tempo: il bullismo.

Ad aprire l’incontro, il giornalista Peter Gomez, in un momento di rara sincerità, ha condiviso la propria esperienza di vittima: “Il bullismo è una ferita che non si cancella con l’età. È una triste piaga del nostro Paese, spesso ignorata, minimizzata, nascosta”.

Accanto a lui, voci autorevoli della politica, del diritto e della salute mentale si sono alternate in un dialogo sincero e profondo. L’avvocato Luca Marrelli, consigliere regionale, ha lanciato un messaggio chiaro: “Siamo qui per ascoltare e per portare queste istanze al consiglio regionale. È nostro dovere prevenire, proteggere, agire”.

Parole cariche di consapevolezza anche dalla dottoressa Giuseppina Secchi, psichiatra, che ha ribadito il ruolo cruciale della famiglia e dell’educazione: “L’ambiente in cui crescono i nostri ragazzi può fare la differenza tra una vita serena e un dramma silenzioso”.

Dramma che spesso si consuma dentro le mura domestiche, come ha ricordato l’avvocato Lorenzo Puglisi, parlando di violenza familiare: “Tragedie che non fanno più notizia, ma che distruggono vite ogni giorno”.

Serena Fumaria, psicologa, ha lasciato un messaggio forte alle vittime: “Non abbiate paura. Parlate, denunciate, chiedete aiuto. Nessuno deve affrontare tutto questo da solo”.

A rompere gli schemi, l’intervento diretto e provocatorio di Michele “Wad” Caporosso, volto di Radio Deejay e Le Iene: “Non è solo un problema di giovani. La generazione dei boomers è piena di violenza passiva e atti di bullismo mascherati. La differenza la fanno il coraggio e la coscienza”. E poi, ironico e sincero, ha chiuso con un elogio che ha strappato un sorriso: “Non so se la politica troverà una soluzione… io credo più in Max Felicitas”.

Ed è proprio Max Felicitas – performer, imprenditore, e oggi simbolo di riscatto – a toccare il cuore del pubblico. Con parole limpide e una calma disarmante, racconta gli anni bui: “Dagli 11 ai 19 anni sono stato bullizzato. Oggi, con alcuni di loro ci vado a prendere il caffè. Non porto rancore”. Ma poi affonda, con lucidità: “Si spendono 800 miliardi in armi e 2 milioni per combattere il bullismo. È questo il futuro che vogliamo?”. Dalla platea qualcuno gli chiede: “Ti candiderai?”. Lui sorride e risponde: “Chissà. Da quando porto avanti questa battaglia, ogni giorno ricevo messaggi di ragazzi che chiedono aiuto. Forse è il momento di fare di più”.

“Oltre il visibile” non è stato solo un titolo. È stata una promessa. Un invito a guardare dove normalmente si distoglie lo sguardo. Perché il bullismo non si combatte con il silenzio, ma con l’unione di tutte le voci. E ieri, al Pirellone, quelle voci hanno finalmente parlato insieme.

Oltre il visibile - No al bullismo
Oltre il visibile – No al bullismo