Un classico sabato pomeriggio di inizio primavera in quel di Milano e la Pop è qui tra i vinili dei Disclosure e LaMont Johnson, giusto per darvi un assaggio, con il DJ Alex De Ponti e l’esperto commerciale Paolo Rey che insieme hanno creato con ottime recensioni acquisite in pochi anni questo negozietto dal vibe internazionale in una stradina super tranquilla in zona Bicocca dove tutti gli appassionati e amanti del vinile hanno la possibilità di incontrarsi, sentire i brani in console e scegliere i dischi secondo un’ottima selezione a buonissimi prezzi.
Ma qui sotto approfondiamo la loro storia.
Ciao Vinylbrokers! Enorme piacere di incontrarvi nel vostro record store e di chiacchierare un po’ insieme.
Vi va di raccontarmi la vostra storia, il vostro core? Come è iniziato tutto?
Ciao Nat! Certo, l’idea è nata nel 2005, mentre il digitale iniziava la sua ascesa qualcosa ci suggeriva che il fisico, specialmente il vinile, sarebbe rimasto iconico, insomma non sarebbe morto. Così abbiamo cominciato con entusiasmo la nostra avventura in totale controtendenza, in un periodo storico in cui le major erano in profonda difficoltà, senza una strategia vincente per affrontare il dilagante fenomeno del download libero, mentre i negozi di dischi in tutto il mondo stavano chiudendo, noi aprivamo con una formula nuova, quella di proporre il vinile usato a prezzi competitivi.
Italia vs Usa – che gusti musicali hanno gli italiani e cosa pensano della musica, black e non solo, americana? Pensate di esser riusciti nel vostro piccolo a dare più consapevolezza musicale ai vostri clienti?
Sicuramente in Italia i gusti più diffusi sono quelli legati alla musica Pop e Rock, mentre la cultura R&B in casa nostra è ovviamente più di nicchia, essendo questo un genere nato e diffuso in maniera popolare soprattutto in Usa e UK. Nel nostro piccolo abbiamo sempre cercato di scoprire e proporre realtà di nicchia che rispecchiano i nostri gusti musicali, dal R&B alla Disco, e direi che ci siamo riusciti.
Qual è secondo voi un artista da celebrare?
Pensando al periodo più recente ci piace citare il caso dei SAULT, progetto nu-soul indipendente made in UK, che difficilmente si sente nei media tradizionali, e partendo da zero è riuscito ad affermarsi a livello mondiale vendendo diverse migliaia di copie di ogni album uscito in questi anni.
Secondo voi il mercato musicale di oggi è saturo? E che rapporto avete con le case discografiche?
No assolutamente, il mercato è sempre in continua evoluzione, certo questo non sempre coincide con la qualità dei progetti musicali, ma possiamo parlare di cambiamento e non di saturazione. Con le case discografiche abbiamo un buon rapporto, spesso il loro ruolo è quello di licenzianti di diritti di brani che noi richiediamo per le nostre release in vinile. Forse i primi anni c’era un po’ di diffidenza, ma ora siamo riusciti a guadagnarci una buona reputazione sia in Italia che all’estero e questo sicuramente ci ha agevolato.

Ultima domanda e poi vi lascio: Parliamo di Groovin Recordings – tell me more.
Buttarsi nel mondo delle ristampe è stato quasi un passaggio naturale, lavorando nell’ambito del mercato dei vinili usati. Abbiamo però cominciato quasi per gioco, partendo da quelli che allora erano i titoli più richiesti nel mondo della musica house dei primi anni ’90. Questo è stato l’inizio di Groovin, e poi non ci siamo più fermati. A distanza di nove anni abbiamo spaziato tra titoli house, dance e disco per poi cominciare finalmente a dedicarci a progetti inediti, la cosa che ora ci entusiasma maggiormente.
Qui sotto come al solito i link delle pagine social e sito per sbirciare e stare al passo con le news di Vynilbrokers e Groovin Recordings: