L’artista russo unisce cinema muto, motori 3D e sonorità industriali in un album visionario ispirato al capolavoro di Fritz Lang.Il futuro ha sempre avuto la forma delle note di Pavel Khvaleev, ma con “Metropolis”, in uscita a febbraio 2025, rischia di sgretolarsi per rinascere diverso. Il produttore russo, con base a Francoforte, sfida un decennio di certezze musicali con il suo quinto album, ispirato al film cult del 1927 di Fritz Lang. Un progetto che fonde progressive house, techno e melodie ipnotiche, arricchito da collaborazioni d’eccezione: dall’attore Ryan Masson (The Last of Us) alla cantante Haley Johnsen, recentemente nominata ai Grammy. Khvaleev non si limita a comporre brani: costruisce mondi. Per farlo, ha utilizzato Unreal Engine, lo stesso motore grafico di Fortnite e The Mandalorian, trasformando architetture digitali in scenografie immersive. “Volevo che il pubblico non ascoltasse la musica, ma la vivesse dall’interno”, spiega.

Tre anni di lavoro insieme al designer 3D Vasiliy Poryagin per modellare metropoli futuristiche, tra industrie distopiche e oasi ipermoderne, dove ogni traccia riflette un paesaggio sonoro e visivo unico. “Mermaids” vibra di energia oscura, mentre “Breathe” esplora tonalità luminose, quasi meccaniche. Non mancano le voci iconiche: da Boticka, con il suo timbro sensuale, ai Denton Thrift, fino ad Avis Vox, moglie di Pavel e musa ricorrente. Un album che è anche un film concettuale di 60 minuti, dove performance live e rendering 3D si fondono in un’esperienza senza precedenti. “Ogni brano ha una storia diversa, ma sono legati dall’atmosfera di Metropolis”, conclude Khvaleev. Pronto a sfidare il passato per reimmaginare il futuro? L’appuntamento è per il 7 febbraio su tutte le piattaforme.
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