Sébastien Charpentier e la visione nei colori

La tendenze dei colori? Il futuro cromatico? Ce li anticipa chi ne sa. Laureato a Parigi in Belle Arti e diplomato in una Scuola specializzata per l’Alta Moda, dopo una ventina d’anni di esperienza lavorativa come stilista e modellista presso case di Alta Moda (Dior, Jacques Fath, Jean Paul Gautier) nel 2006 percorre una strada nuova

Sébastien Charpentier è nato in Francia, a Reims. Dopo essere stato consulente e business R&D nell’Agenzia di Stile e Trend forecasting PeclersParis a Milano, dal 2020 rappresenta Peclers Paris come agente esclusivo per l’Italia e la Svizzera italiana. Pensava di fare l’architetto e poi ha smesso per fare moda. Per quasi vent’anni specializzato nell’alta moda al reparto stile e poi come modellista lavorando per Dior, Jacques Fath, Jean Paul Gaultier, ha iniziato una collaborazione con tantissime riviste francesi e straniere, americane. Nel suo percorso ho conosciuto diversi strumenti di lavoro, tra i quali, Peclers Paris, del quale è diventato agente per l’Italia. Abita a Milano da diciassette anni.

Cos’è Peclers Paris?

È un’agenzia che si occupa di tendenze: di prevedere le tendenze. Un’azienda nata quasi 52 anni fa a Parigi per volontà di Dominique Peclers. Il lavoro di Peclers era inizialmente quello di affiancare le aziende per aiutarle nello sviluppo di prodotti e di collezioni in tanti settori: automobili, arredamento, beauty fino all’alimentare”.

Voi prevedete quello che accadrà in futuro?

Per spiegare meglio quello che facciamo in Peclers dovete immaginare che tantissime persone si trovano attorno ad un tavolo tondo, tanti esperti, stilisti, antropologi, psicologi, e discutono del futuro. Per fare questo sono state identificate delle macro aree, come l’edonismo, la natura, la tecnologia, l’immaginario, e ultimamente abbiamo aggiunto l’identità perché i generi sono sempre più fluidi e il credo, inteso come religione o no”.

Quanto è coinvolto il credo nella scelta di un colore?

I colori sono come le frequenze. Non c’è mai un solo colore ma cambiano nel tempo quindi non se ne associa mai soltanto uno”.

Molto interessante questa identificazione di pilastri. Sono come delle macro aree che vengono studiate e messe su questo tavolo e poi si fa una sintesi finale?

Facciamo una sintesi di tutto quello che Peclers osserva e analizza, l’ambito socio culturale, la cultura in generale, dal cinema, al teatro, alla musica, all’opera, al design…moltissimi aspetti”.

Simili ai colori dei Chakra?

Esattamente ma riportati alla società che ci circonda”.

Tutti questi aspetti buttati sul tavolo poi entrano in questo enorme imbuto per passare alla fase di sintesi e alla scelta dei colori?

Dalle macro aree nascono, ogni sei mesi, delle micro storie che chiamiamo… le tendenze. Che di fatto raccontano l’evoluzione del tempo a venire ma in un arco di tempo più breve. Per fare un esempio, le macro tendenze si proiettano da 3 a 5 fino a 10 anni in avanti permettendoci di vedere come sarà il mondo nel futuro; mentre le tendenze tratte e analizzate dalle macro trend e ci danno una visione del tempo molto più vicino al nostro tempo, di oggi”.

Quanto la tendenza influenza la tendenza e quanto la tendenza è influenzata da una tendenza? Quanto Peclers è in grado di suggerire una tendenza o di influenzarla?

Peclers esprime quelle che sono le tendenze stagionali, sempre due anni prima proprio per lasciare il tempo all’industria di poter sviluppare questi colori così diversi, su i materiali dei quali necessitano, dal filo, alle materie plastiche, all’accessorio”.

Ogni colore risponde in modo diverso sul tipo di materiale dove viene applicato?

Si. Ogni colore corrisponde ad una famiglia, come il lifestye dedicato ad un tipo di consumatore o consumatrice variando di stagione in stagione”.

Nel mondo della musica si etichettano mai i generi musicali. Nel vostro settore c’è qualcosa di slegato dai concetti prestabiliti o si va in maniera istintiva verso un certo tipo di direzione?

L’istinto è molto importante ma ci si rifà sempre a un ricordo, a un’appartenenza, a una famiglia, a un genere per poter associare colori con un certo tipo di musica anche in base al tipo di supporto”.

Di che colore è il jazz?

All’inizio avrei risposto bianco e nero, oggi invece lo vedrei più avorio e platino. Un po’ retrò ma in veste più sofisticata. Immagina a Chicago e alle vetrate dei grattacieli”.

Quanto torna il passato e con che cadenza, se ne esiste una?

C’è sempre un ritorno. Ci rifacciamo sempre a quello che fu, soprattutto nella moda e grazie alle nuove generazioni. Tutte le persone nate alla fine degli anni ‘90 o nel Duemila, non possono aver vissuto gli anni ‘50 e ‘60 e quando aprono gli armadi delle madri e delle nonne trovano quello che è rimasto di quelle epoche, spesso rimangono affascinati dalla novità che queste cose rappresentano per loro. Basti pensare alla musica di quegli anni che ancora oggi ascoltiamo, ai film o nelle serie tv dove troviamo tanti richiami al passato. Oggi, c’è un vero e proprio fenomeno di moda rappresentato dal vintage, vero o falso che sia; nel senso che non tutti possono permettersi di acquistare un vintage vero, ma tante case di moda comunque ripropongono capi che si ispirano a quelle epoche ovviamente attualizzandoli alla nostra epoca”.

Cosa viene mantenuto nella riproposizione di un’epoca? I colori?

Il colore viene sicuramente mantenuto. Per esempio, il maglione della nonna, marrone, per noi è un colore che conosciamo ma per le nuove generazioni diventa un colore nuovo, diventa un loro colore. Così come il rosa, il giallo e l’arancio che sono tre colori che si vedono e vendono sempre di più. Il rosa è un caso particolare perché già da dieci anni viene proposto, riproposto e reinterpretato con una nuova sfumatura in ogni collezione. È un colore che porta una ventata di ottimismo e che è sempre presente”.

L’azzurro è solo un colore maschile e il rosa soltanto femminile?

Valentino ha mandato un forte messaggio proprio creando un’intera collezione rosa shocking che comprendeva tutto, accessori, abiti e scarpe. Negli ultimi dieci anni comunque il rosa è decisamente un colore più maschile che femminile”.

Questo è causato dalla fluidità di genere di cui sempre più si parla?

Assolutamente no. È una richiesta del mercato, potremmo definirla una voglia: un’esigenza del mercato. Ci sono colori che ci fanno sentire meglio. Per esempio, ora sta uscendo la collezione primaverile ed estiva, oltre ai diktat ai quali dobbiamo sottostare durante la nostra attività professionale, dovremmo prevedere di acquistare dei capi, anche rosa, che ci permettano di stare bene durante il nostro tempo libero”.

Che colori dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro?

Tanti colori pastello, quasi sbiaditi ma abbinati a colori molto decisi, verdi, arancio quasi fluo, che Peclers non prevede perché i colori fluo necessitano di un intervento chimico. Nei laboratori Peclers vengono solo utilizzati pigmenti ottenuti da sostanze naturali. E in natura ci sono colori molto accesi e vividi ma non fluo”.

Ci sono dei colori trend che coinvolgono diversi settori, vedi il packaging, o la tendenza di siti internet che si basano su certi colori. Questi colori sono svincolati dalla moda o c’è un punto di incontro?

Sono sempre legati e si incrociano in diversi modi. Per esempio dieci anni fa già in Peclers si diceva che il rosa sarebbe diventato il nuovo nero. Ora è così e si va sempre più verso questa tendenza, nel packaging, nella grafica ma anche nella tecnologia, i cellulari sono un esempio. Precorriamo di diversi anni”.

Il fast fashion influisce e se si quanto sul mondo della haute couture?

Il sistema fast fashion ha contribuito a creare un consumo frenetico e soprattutto ha introdotto un concetto di globalità. Gli stessi abiti li trovi a Milano ma anche a New York o a Shangai. Ma questo non ha minimamente scalfito la haute couture, ha fornito un volano di spinta per cercare di raggiungere l’impossibile. Non è più una questione di ricchezza ma di arte. Materiali esclusivi, utilizzati per un abito che andrà ad una persona sola e magari per fare quell’abito è stato coinvolto il lavoro di un centinaio di persone, di un intero atelier”.

L’intelligenza artificiale è presente anche nel vostro settore?

Si. È arrivata anche qui e la utilizziamo anche noi non tanto per sviluppare la ricerca, lo studio dei colori o sulle tendenze, ma a livello di grafica o di prodotto. Per esempio un cliente che produce scarpe viene da noi e ci chiede una consulenza per poter creare modelli nuovi che rivoluzionino il settore. E grazie all’intelligenza artificiale possiamo andare a trovare tutto l’archivio delle collezioni di scarpe create fino ad ora, dividerle per categorie, andando così a creare un catalogo di forme e di modelli; e passiamo tutto questo studio alla piattaforma che ci permette di vedere tutto quello che avremmo potuto dimenticare”.

www.peclersparis.com

Qui per vedere la diretta https://www.youtube.com/live/sBs_c8jWhWY