Stona e la musica come resistenza

C’è una linea sottile che divide la canzone d’autore dalla cronaca, e Stona, con il suo nuovo album “Ci faremo bastare i ricordi”, riesce a camminarci sopra con passo sicuro e cuore vibrante. Non è solo un disco, ma un diario musicale che trasforma fragilità, lotte e rinascite in un racconto sonoro che abbraccia l’individuo e la collettività.

Prodotto da Lorenzo Morra, il lavoro è un mosaico di suoni e parole che riflettono la complessità del nostro tempo: dalla realtà carceraria alle storie di redenzione, fino al sorprendente ritratto di Gaspare Mutolo. Ogni traccia apre una finestra sul presente, senza mai dimenticare la forza del ricordo come unico rifugio possibile in un mondo che appare sempre più disconnesso.

La tracklist è un viaggio che alterna ballad intime e momenti di energia travolgente: “La Resistenza” e “Uragani” raccontano l’urgenza di alzare la voce contro la tempesta, “Confucio” e “Le piccole cose” scavano nell’interiorità, mentre “Asparinu” e “Altaluna” lasciano spazio a un lirismo rarefatto, sospeso tra poesia e musica.

Stona non si limita a scrivere canzoni: costruisce paesaggi emotivi in cui l’ascoltatore si specchia, riconoscendo fragilità e desideri, illusioni e speranze. La sua voce, calda e incisiva, diventa lo strumento con cui dare corpo a un’urgenza collettiva: quella di fermarsi, osservare e resistere, anche solo stringendosi a ciò che resta.

L’artwork firmato da Spencer Robens, artista che ha collaborato con leggende come i Led Zeppelin e i Deep Purple, incornicia il disco con un respiro internazionale, ma è nella scrittura che Stona riafferma la sua identità di cantautore italiano contemporaneo, erede della grande scuola ma capace di trovare una cifra personale.

Già protagonista di un percorso che lo ha visto lavorare con Guido Guglielminetti (storico produttore e bassista di Francesco De Gregori) e raccogliere riconoscimenti nei festival dedicati alla nuova canzone d’autore, con “Ci faremo bastare i ricordi” Stona compie un passo ulteriore: consegna al pubblico un album che non ha paura di guardare in faccia la realtà, pur senza rinunciare alla poesia.

«In un quadro politico e generazionale così complesso e pericoloso, siamo tutti alla ricerca di un posto lontano da violenze e imposizioni – dichiara Stona – ma non essendoci troppe alternative, vorrà dire che ci faremo bastare i ricordi».

Un’affermazione che suona come un manifesto, e che sintetizza il senso ultimo del disco: quando il futuro vacilla, non resta che la forza delle memorie, da custodire e trasformare in musica.